Qual è il miglior coltello da portare con sé per la raccolta dei funghi?
La questione non è semplice anche se la risposta che molto spesso viene data parla di un coltellino con lama leggermente ricurva e un pennellino sul manico. Nei negozi e sui siti internet si trovano di tutti i tipi e di tutte le marche ed hanno quasi sempre le caratteristiche di cui sopra.
Ma a cosa veramente serve il coltello per funghi? Certamente non a raccoglierli, tagliandoli alla base perché è una manovra errata per vari motivi. Primo fra tutti che in caso di problemi di tossicità sarà spesso difficile determinare un fungo a cui è stata tagliata la base; poi il fungo va raccolto senza tagliarlo col coltello ma facendo solo una leggera torsione sul gambo. L’abitudine errata di tagliare i funghi sul posto purtroppo è diventata comune da quando i raccoglitori sono aumentati a dismisura sulle montagne e tagliare i funghi è il metodo più veloce per anticipare gli altri.
Ma allora a cosa serve il coltello? Mi direte che serve a togliere la terra dal cappello con lo spazzolino o a tagliare, dopo la raccolta, la base del fungo. A parte il fatto che solo gli esperti possono essere sicuri dei funghi raccolti tanto da decidere di eliminare una parte importante per il riconoscimento, nessuno potrà affermare di aver pulito con lo spazzolino del coltello un fungo senza poi dover ripetere la pulizia a casa. Insomma, secondo noi, il coltello per funghi serve a poco o nulla ma, non essendo depositari della verità, accendiamo soltanto la discussione aspettando di sentirci dire cose, sul coltello per funghi, a cui non abbiamo pensato.
Il coltello però nel bosco serve sempre, per ogni evenienza, perfino per difesa ma sarà un coltello con caratteristiche completamente diverse. Di questo coltello, delle leggi che bisogna conoscere, delle regole che bisogna seguire, parleremo nel prossimo articolo.
Intanto ricordiamo a tutti gli appassionati che i funghi sono importanti e indispensabili all’equilibrio dell’ecosistema dei boschi poiché aiutano le piante ad assorbire le sostanze nutritive presenti nel terreno. In questo modo la pianta produce più ossigeno e consuma una maggiore quantità di anidride carbonica e contribuisce così alla riduzione dell’effetto serra.
Per questo motivo è nata la legge del 1993 recepita da tutte le Regioni italiane con l’obiettivo di regolamentare la raccolta dei funghi per preservare la loro presenza su tutto il territorio nazionale. Da allora, chi si cimenta nella ricerca e raccolta dei funghi deve sapere che:
- ▪ esiste un limite quantitativo alla raccolta giornaliera di miceti pari a 3 kg di peso per persona
- è vietata la raccolta degli ovuli ancora chiusi
- è vietato l’utilizzo di rastrelli o uncini
- i funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori rigidi e areati. L’uso di sacchetti di plastica per il trasporto non permette la diffusione delle spore fungine
- i funghi non devono mai essere tagliati alla base rendendoli irriconoscibili
- è vietato danneggiare intenzionalmente funghi che non saranno raccolti per il consumo domestico o la vendita
- in tutte le Regioni italiane è necessario munirsi di un permesso a pagamento che limita l’attività di raccolta dei funghi secondo criteri variabili all’interno delle singole aree territoriali
- la violazione di una di queste norme è punita con multe salate e la confisca dei funghi eventualmente raccolti