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L’Aspromonte si riempie di crochi

Quando si nasce dalle nostre parti si ha la fortuna di poter crescere sotto paesaggi maestosi, data la particolare orografia del terreno che consente in pochi minuti di passare dal mare alla montagna. In questi giorni in cui in molti si va a funghi, ci si dovrebbe fermare un po’ a gustare la tavolozza dei colori dell’autunno impressa per terra e sugli alberi, colori che rendono la nostra montagna un quadro da ammirare ad ogni curva della strada ed ad ogni angolo di bosco. Ma il colore che spicca sullo sfondo in questo periodo è il colore dei crochi.
Crescono un po’ dappertutto e riempiono di lilla i paesaggi in cui dominano le nuances di verde. Il Crocus vernus, per chi ancora non ha avuto modo di conoscerlo in natura, è lo Zafferano maggiore, non quello coltivato che è il Crocus sativus, ma quello cosiddetto selvaggio. Il genere Crocus ha infatti circa 80 specie, la tassonomia delle quali ancora non è del tutto riconosciuta. Insomma è molto difficile da capire. Non confondete i Crocus con i Colchinum (hanno sei stigmi) e sono velenosissimi. ATTENZIONE:  il Colchinum è una pianta velenosissima, talvolta confusa con aglio selvatico o con insalata selvatica, ha sapore molto gradevole, ma le sue tossine sono mortali e non esiste antidoto. Ci  conviene stare solo a guardare questi bellissimi fiori che si fanno ammirare nelle pause dei nostri percorsi alla ricerca dei funghi di stagione.

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