Fungo della settimana

Fungo della settimana: Ganoderma lucidum

Presentiamo in questa settimana di Natale uno dei funghi più chiacchierati e più utili conosciuto in tutto il mondo: il Ganoderma lucidum.
Si tratta di uno dei Polyporales più diffusi, fa parte della Famiglia delle Ganodermataceae, è saprotrofo, raramente anche parassita e agente di carie bianca a lento sviluppo che causa lo schiarimento del legno colpito. Si tratta di un fungo molto vistoso: l’aspetto laccato e i colori vivi e brillanti suscitano la curiosità di tutti quelli che lo incontrano, molti lo raccolgono nei nostri boschi per usarlo come decorativo nei vasi o come soprammobile. In Oriente i cinesi lo chiamano Ling Zhi,  “potenza spirituale”, i giapponesi Reishi, e in entrambi i paesi è coltivato e viene commercializzato per uso medicinale.
Una descrizione dettagliata dei suoi usi terapeutici la si trova anche in un testo cinese del primo secolo AC. Fungo rarissimo a quei tempi veniva considerato come una medicina per gli imperatori e scambiato a peso d’oro.
Ad esso sono legate le tradizioni cinesi, ancor più che al ginseng, per il mantenimento della salute, della eterna giovinezza e del vigore giovanile. Era infatti soprannominato, il Fungo dei Mille Anni.
Chi vuole saperne di più su questo fungo medicinale  potrà andare a leggere quanto c’è scritto nella sezione Micoterapia. Ecco allora le caratteristiche di questo fungo:

Tassonomia:

Classe: Basidiomycetes
OrdinePolyporales
FamigliaGanodermataceae
Nome scientificoGanoderma lucidum
SinonimiGrifola lucida (Curtis) Gray, Polyporus lucidus (Curtis) Fr.

Caratteristiche morfologiche

Cappello: 5-12(18) × 2-3 cm di spessore, più o meno semicircolare, dimidiato, ingobbito per la presenza di un umbone all’inserzione del gambo; superficie dura, coriacea, brillante, come laccata, fatta di componenti non resinosi, di colore rosso più o meno porporino con zonature concentriche; orlo  ispessito, ondulato, all’inizio bianco e dopo giallastro
Imenoforo:  costituito da tubuli e pori alti 1-2 cm, di solito monostratificati, da color crema a color tabacco-bruno; pori rotondi e minuti dello stesso colore dei tubuli; si macchiano di bruno scuro alla manipolazione.
Gambo: 5-15(20) × 1,5-3 cm, laterale, subcilindrico, irregolare, bitorzoluto-noduloso, concolore al cappello, duro, lucido, si opacizza con l’invecchiamento.
Carne: legnosa e coriacea, color crema-ocra; prima spugnosa, poi elastica, con odore fungino; sapore astringente difficilmente individuabile a causa della impossibilità di masticazione.
Microscopia: spore 9,2-11,2 × 6,5-8,6 µm ovoidali con apice tronco, superficie esterna ialina; ciustidi assenti, sporata brunastra.
Habitat: saprofito su ceppi o legni interrati di latifoglia, soprattutto di quercia; Specie molto comune, cresce in tutte le stagioni, in tutte le regioni italiane dalla primavera all’autunno inoltrato
Commestibilità: Non commestibile per la carne legnosa, coriacea e tenace.

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