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Cercar funghi in sicurezza

Parlare di sicurezza quando si parla di funghi sembrerebbe fuori luogo e potrebbe creare qualche perplessità, ma i numeri degli incidenti che avvengono ogni anno in Italia raccontano inequivocabilmente ciò che accade in realtà. Ogni anno si registrano circa 100 interventi del Soccorso Alpino rivolti ai cercatori di funghi e circa una ventina di questi incidenti risultano mortali. Parlare quindi di sicurezza in montagna dovrebbe essere il miglior tentativo di prevenzione degli incidenti per i cercatori di funghi e gli appassionati della montagna.
La ricerca dei funghi è diventata dappertutto, ormai, una pratica così diffusa che coinvolge un gran numero di appassionati, di professionisti e di famiglie. Da quelli che si recano in montagna solo per una salutare passeggiata a quelli che percorrono sentieri impervi alla ricerca dei frutti di stagione, tutti devono imparare a vivere la montagna in sicurezza. Finora, quando si è parlato di sicurezza nella raccolta dei funghi ci si è riferiti solo alla commestibilità o alla tossicità degli stessi e quasi mai all’ambiente che si frequenta per la raccolta. Bisogna tener conto, quando si entra nel bosco, della sua posizione, sia per la distanza dal parcheggio dell’auto o dell’abitato sia per i tempi di percorrenza che influiscono sulla resistenza fisica.
Poi bisogna verificare l’accesso al bosco che può avvenire con facilità su un sentiero o mulattiera oppure, data una particolare orografia, su impervi cammini. Infine bisogna considerare lo stato del terreno che può essere bagnato per piogge recenti e quindi estremamente scivoloso. E di solito il cercatore di funghi si avventura proprio in zone umide perché è proprio lì che crescono più carpofori. Essere preparati per la montagna, avere un equipaggiamento adeguato e l’uso di un bastone sono elementi importanti per la sicurezza. Quindi un vestiario appropriato, pantaloni sempre lunghi e un buon paio di scarponi da montagna sono d’obbligo. Abbiamo detto scarponi da montagna e non stivali di gomma che sono la causa principale delle cadute e dei decessi. (il 70% delle persone decedute indossava stivali di gomma). Lo stivale di gomma infatti ripara bene dall’acqua ma non offre alcun sostegno e stabilità al piede che risulta libero di ruotare al suo interno, quando si cammina in ambiente impervio. L’uso quindi dello stivale di gomma è da sconsigliare vivamente sui terreni un po’ impegnativi.
Infine, non andare mai soli in montagna, soprattutto in boschi impervi. Anche se è vero che oggi ci sono cellulari e radioline che possono aiutarci in caso di difficoltà, è anche vero che in montagna sono più le zone d’ombra per i segnali che quelle in cui si possa telefonare. Quindi, se doveste andare da soli in montagna, per qualsiasi motivo, almeno fate sapere ai parenti, prima di partire, il percorso che intendete seguire.
Il bosco è un ambiente magico, affascinante dove fiori, erbe, funghi e alberi maestosi attirano la nostra attenzione e la distraggono a volte, insieme alla stanchezza, dal percorso che abbiamo seguito e a quel punto un senso di smarrimento ci prende: ci siamo persi.
Niente panico, perdere l’orientamento è una cosa, perdere la testa è un’altra cosa molto più pericolosa. Se non riusciamo più a trovare la via del ritorno, bisogna stare calmi e cercare di trovare un posto riparato per l’eventuale notte da passare in montagna, in attesa degli immancabili soccorsi che arriveranno. Ricordarsi, una volta trovato un posto sicuro al riparo dal vento e dal freddo, di lasciare all’esterno segnali visibili ai soccorritori.
Una notte in montagna può anche essere un’esperienza piacevole, soprattutto se non si è soli e non si fa prendere il sopravvento a smarrimento ed ansia.

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